Una lettera messa in mora per mancato servizio è un documento formale inviato da un cliente a un fornitore o un prestatore di servizi per segnalare un inadempimento contrattuale. In questa lettera, il mittente richiede il rispetto degli obblighi contrattuali, specificando il servizio non fornito e stabilendo un termine entro il quale il fornitore deve adempiere. La messa in mora è un passaggio importante per tutelare i diritti del cliente e, se necessario, può essere utilizzata come prova in eventuali azioni legali.
Indice
Come scrivere una Lettera messa in mora mancato servizio
Quando il professionista o l’ente erogatore non fornisce il servizio promesso – dall’attivazione della linea telefonica alla riparazione del guasto elettrico, dal trasporto alla fornitura online, la messa in mora per mancato servizio è il passaggio che trasforma un disservizio in un inadempimento giuridicamente rilevante. Con quella lettera il cliente intima l’adempimento, fa decorrere gli interessi moratori stabiliti dagli articoli 1218 e 1224 del codice civile, interrompe la prescrizione quinquennale dell’azione di risarcimento e, soprattutto, documenta di aver rispettato le procedure di reclamo che molte normative settoriali impongono come condizione di procedibilità.
Il fondamento generale dell’obbligazione si trova proprio nell’articolo 1218 c.c., ma in ambito consumeristico la diffida si intreccia con le discipline di settore. Per i servizi di telecomunicazione, ad esempio, gli indennizzi automatici fissati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (delibera 73/11/CONS, integrata da 347/18/CONS) maturano dal secondo giorno di sospensione ingiustificata o di ritardo attivazione, con importi di 7 euro e 50 al giorno per utenze residenziali e il doppio per utenze business. Nell’energia elettrica, la regolazione ARERA riconosce un indennizzo di 34 euro e 50 per interruzioni prolungate, salvo cause di forza maggiore, indennizzo che si affianca – non si sostituisce – al risarcimento del danno eventualmente dovuto secondo le ordinarie regole civilistich. Richiamare questi automatismi nella diffida rafforza la posizione del cliente, perché il gestore è tenuto a corrisponderli indipendentemente dalla prova specifica del danno.
La lettera deve perciò ricordare al fornitore l’obbligo contrattuale o regolamentare inadempiuto, descrivere con precisione la data d’inizio del disservizio, i reclami già inviati e i ticket tecnici eventualmente aperti, allegare copie degli screenshot, dei protocolli di chiamata o dei rapporti di intervento, indicare la normativa che prevede sia il ristoro automatico sia il maggior danno. Occorre fissare un termine appropriato: ventiquattro o quarantotto ore per il ripristino di un servizio essenziale, sette giorni al massimo per un ritardo di consegna; scaduto il termine, la lettera avverte che il cliente attiverà la procedura conciliativa obbligatoria – Concilia-Web per le telco, Sportello ARERA per l’energia – e, se necessario, agirà in giudizio con richiesta di risarcimento. Per importi modesti il Giudice di pace è competente, mentre per somme superiori si ricorre al tribunale; in entrambi i casi, la diffida diventa la prova decisiva di “messa in mora” che giustifica l’attribuzione delle spese al gestore.
Il mezzo di trasmissione deve garantire prova di invio e di ricezione: PEC, raccomandata o, da qualche anno, la piattaforma di ticket ufficiale se offre certificazione di recapito. Senza tale prova la domanda di indennizzo o di risarcimento rischia di essere respinta perché non preceduta dal reclamo formale. Inoltre, in molti settori la data di arrivo della diffida segna l’inizio per il calcolo degli automatismi: ad esempio, l’indennizzo da mancata risposta al reclamo in Telecom cresce di 2 euro e 50 al giorno fino a un massimo definito dal regolamento.
Se il fornitore adempie nel termine, la questione si chiude; se risponde parzialmente, il cliente può comunque accettare l’esecuzione e riservarsi di agire per la parte residua. Se tace, il cliente deposita l’istanza di conciliazione o il ricorso giudiziale allegando la diffida e il fascicolo probatorio. In udienza il gestore potrà liberarsi soltanto dimostrando un caso fortuito o di forza maggiore: la diffida, con la cronologia degli eventi, gli renderà difficile invocare giustificazioni generiche.
In definitiva, la messa in mora per mancato servizio non è soltanto un gesto formale: circoscrive l’inadempimento, attiva gli indennizzi automatici previsti dalle autorità di regolazione, fa decorrere gli interessi, interrompe la prescrizione e prepara la strada alla conciliazione o alla causa civile, assicurando al cliente le migliori possibilità di ottenere rapidamente il ripristino del servizio e il ristoro integrale dei danni.
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Esempio di Lettera messa in mora mancato servizio
OGGETTO: richiesta di pagamento e costituzione in mora ai sensi e per gli effetti dell’art. 1219 c.c.
Io/la sottoscritto/a ___________________ nato/a il ______________, a ______________ e residente in ______________ (___), alla via ______________, formulo/a la presente per significare quanto segue.
Premesso che:
1) in data _______ non ho ricevuto il servizio concordato relativo a ____________________ (sintetica descrizione del fatto, ad esempio: “la fornitura di energia elettrica per il mese di ottobre 2023”), nonostante le ripetute sollecitazioni inviate.
Tutto ciò premesso
VI INTIMO E DIFFIDO
formalmente, di provvedere a tale adempimento entro e non oltre ___________ giorni dal ricevimento della presente. Il/La sottoscritto/a precisa inoltre che tale atto è da intendersi quale formale costituzione in mora ai sensi dell’art.1219 del codice civile.
Nel caso in cui il summenzionato termine decorrerà inutilmente, il/la sottoscritto/a provvederà ad adire l’Autorità Giudiziaria al fine di vedere riconosciute le proprie ragioni, con ulteriore aggravio di spese a Vs. esclusivo carico.
Con ogni più ampia riserva di diritti, porgo distinti saluti.
Luogo, data
firma __________________
Modello Lettera messa in mora mancato servizio
Oggetto: Messa in mora ai sensi e per gli effetti dell’art. 1219 e ss. c.c.
Io/la sottoscritto/a __ nato/a il __, a __ e residente in __ (), alla via __, con riferimento a quanto in oggetto epigrafato, Vi significo quanto segue.
In data __ ho stipulato con la Vostra azienda un contratto di fornitura di servizi di __ (specificare il servizio) con numero di contratto __. Ad oggi, nonostante le ripetute sollecitazioni, non ho ancora ricevuto il servizio concordato, il che ha comportato un danno considerevole per __ (specificare la natura del danno, es. perdita economica, disagio, ecc.).
Si fa presente che il mancato adempimento del contratto viola le disposizioni di cui agli articoli 1218 e 1453 del Codice Civile, che sanciscono la responsabilità del debitore in caso di inadempimento e il diritto al risarcimento del danno.
Tanto ciò premesso con la presente – da valere quale formale messa in mora ai sensi e per gli effetti degli artt. 1219 e ss. c.c. – Vi invito e diffido a volere provvedere, nel termine di __ (indicare il termine, es. 15 giorni) dal ricevimento della presente a ___ (indicare l’azione richiesta, es. effettuare il servizio, risarcire il danno, ecc.).
In mancanza e senza alcun ulteriore avviso sarò costretto ad adire l’Autorità Giudiziaria per vedere riconosciute le mie ragioni, con aggravio di spese a Vostro carico.
Luogo, lì _
Firma ……….