Mi occupo di web marketing e comunicazione nel settore automotive. Nel mio “arsenale” non manca Twitter, uno strumento ancora poco utilizzato dalle aziende italiane.
Le poche che lo usano, commettono sempre il solito errore: nessuna comunicazione!
Come spiegato in un precedente post, il 60% dei tweets dovrebbe iniziare con @. Cosa significa questo su Twitter? Semplice, che state conversando con un altro utente.
Possibile sia così difficile da capire. Quando entrate in un negozio preferite essere assaliti da una commessa chiacchierona, oppure desiderereste essere ascoltati? Se la vostra preferenza è la prima, molto probabilmente state gettando via un mucchio di soldi, e cosa ancora più plausibile, fate degli acquisti che non vi rendono felici.
Su Twitter avviene la stessa cosa. Bisogna comunicare e non dominare. Dovete “ascoltare” (in questo caso si tratta di leggere) le esigenze degli utenti.
Abitando a Roma, su Twitter seguo l’hashtag #Roma. Purtroppo il 90% dei tweets che lo contengono sono messaggi pubblicitari invadenti unidirezionali, del tipo «Ascolta e stai zitto!».
Troviamo bed & breakfast, hotel, ristoranti, autosaloni.
Soffermiamoci su quest’ultimi. Ci sono molti siti che vendono auto nuove e usate. La maggior parte sono solo delle vetrine, o meglio un’infinita carrellata di modelli senza descrizioni: una foto e il contatto del proprietario.
Quindi, già di per se, il sito non funziona, figuriamoci la strategia su Twitter. Infatti, da un rapido sguardo, capiamo subito che i tweets vengono generati in automatico. 🙁
Cosa contengono i twets? Modello dell’auto, hashtag della marca, link verso la striminzita scheda tecnica, hashtag #Roma. Vi è forse un minimo di comunicazione? Cosa dovrebbe spingermi a cliccare sul link? Per quale motivo dovrei contattare l’azienda? A cosa mi serve Twitter quando sul Web ho l’imbarazzo della scelta? In questo caso il noto sito di microblogging non porta nessun vantaggio e chiaramente nessuna novità.
Scommetto che se all’azienda gli venisse posta una domanda, neanche ci risponderebbe.
Ribadisco nuovamente: su Twitter bisogna interagire, avviare comunicazioni e non spammare senza tregua. Inoltre, sarebbe cosa opportuna analizzare l’attività misurandone il ritorno (trovate una serie di strumenti su questa pagina da me creta: Twitter Marketing Italia).
Tornando al settore automotive, una strategia che sto adottando insieme a una società, è quella di cercare tweets di utenti alle prese con i problemi con l’auto. Vi assicuro che su Twitter ogni giorno ce ne sono parecchi.
Una volta scovati, bisogna interagire con l’utente. Come? Facendogli domande, proprio come faremmo con un amico.
In questo modo l’azienda mostra interesse per le problematiche sorte e si presta ad aiutare gli utenti in difficoltà. Spesso anche un consiglio sotto forma di tweet assume un’importanza incredibile. Non vendiamo nulla, o meglio, apparentemente sembrerebbe così, ma in realtà stiamo vendendo qualcosa di unico: la competenza.
Una volta consolidato il rapporto, siamo in grado di conquistare la fiducia dell’utente in difficoltà.
Twitter – come del resto ogni social media – non deve essere usato per la vendita diretta. Al massimo potete divulgare corsi e guide gratuite, come nell’esempio dell’ebook con cui scoprire autovetture usate in ottime condizioni. In questo modo, raccoglierete i contatti degli utenti con il loro consenso passando a un nuovo livello di comunicazione: l’email marketing (anche in questo caso evitate di spammare!).
In alternativa linkate gli articoli del vostro blog con informazioni, consigli e suggerimenti sulla manutenzione dell’auto (questo sempre restando in tema di auto).
Questo aspetto ci fa riflettere ulteriormente.
Twitter non dovrebbe essere l’unico strumento adottato nella vostra strategia di web marketing. Dovreste usarlo come sostegno di un sito o meglio ancora blog aziendale.