Senso del dovere e della giustizia, nonché totale imparzialità. Ecco le doti in cima alle caratteristiche personali che è necessario avere nel proprio corredo personale per intraprendere questa carriera fatta di strade in salita e studi costanti.
La Magistratura è un complesso di organi istituzionali (pubblici e statali) con funzioni giurisdizionali in campo civile, penale, costituzionale e amministrativo, che si identificano nella figura del Magistrato.
Il Magistrato, titolare della funzione pubblica dell’amministrazione della giustizia, è un funzionario pubblico investito di poteri giudiziari, il cui compito è di far rispettare e applicare il diritto vigente dello Stato, attraverso la conduzione di un processo in tutte le sue fasi. Il grado di responsabilità di questa figura è chiaramente molto elevato e, per la delicatezza delle sue attività, gli è imposto un alto livello di professionalità e osservanza dei canoni di comportamento.
Accedere alla professione è possibile solo dopo aver conseguito una laurea specialistica in giurisprudenza, seguita da un corso di specializzazione a numero chiuso presso una delle scuole universitarie per le professioni legali, della durata di due anni, nonché il superamento di un concorso bandito dal Ministero della Giustizia. Successivamente è necessario frequentare un corso obbligatorio di 6 mesi presso la Scuola Superiore della Magistratura (SSM), dislocata su tre sedi. Ecco la distribuzione geografica: Bergamo per Lombardia, Trentino-Alto Adige/Sudtirol, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna; Firenze per Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise e Sardegna; Benevento per Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Inoltre tutti i Magistrati in servizio hanno l’obbligo di aggiornarsi ogni 5 anni presso una delle 3 sedi della SSM, a decorrere dall’assunzione.
Il Magistrato di prima nomina è detto Uditore giudiziario, ha davanti a sé un tirocinio (o praticantato) di 18 mesi presso un Magistrato, sia Giudice che PM e dopo due anni diventa Magistrato di Tribunale. Dopo 11 anni può essere nominato Magistrato di Corte d’Appello e dopo sette anni può essere dichiarato idoneo ad essere nominato Magistrato di Cassazione. Otto anni ulteriori gli varranno per essere dichiarato idoneo per la nomina alle funzioni direttive superiori. Gli avanzamenti di carriera sono decisi dal Consiglio Superiore della Magistratura su parere del Consiglio Giudiziario competente.
Esistono magistrati onorari e togati: la magistratura onoraria comprende: il Giudice di pace, che si occupa di cause civili o penali in cui si applicano solo pene pecuniarie; il GUP o Giudice dell’Udienza Preliminare, che decide sul rinvio a giudizio dell’imputato o sull’applicazione della pena.
Nella sezione togati vi sono: il PM o Pubblico Ministero, responsabile dell’esercizio dell’azione penale e il GIP o Giudice per le Indagini Preliminari, con funzioni che devono appunto garantire l’indagato nelle indagini preliminari.Il magistrato svolge funzioni giudicanti, decidendo sulle controversie o pronunciandosi sugli affari di sua competenza; requirenti invece, quando esprime richieste o pareri in vista delle decisioni degli organi giudicanti.
Una delle tante caratteristiche indispensabili per questa professione, è la ricerca di una competenza elevata abbinata al costante aggiornamento per dare direttive alla polizia giudiziaria, condurre istruttorie, applicare tecniche di indagine, impartire ordini per ogni operazione tecnica, condurre un interrogatorio, condurre un’udienza; saper consultare gli archivi relativi a precedenti reati simili, adempiere ad ogni formalità burocratica e saper dare in ultimo un equo giudizio.
Il Magistrato è tenuto inoltre a conoscere sia l’inglese che gli strumenti informatici di base; l’organizzazione del lavoro e dell’impresa; le norme sulla sicurezza e sulla prevenzione degli infortuni.
Il Magistrato svolge la sua attività presso le seguenti istituzioni: Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), Consiglio della Magistratura Militare, Corte Costituzionale, Corte di Cassazione, Corte d’Appello, Tribunale ordinario, Corte d’Assise, Corte d’Assise d’Appello, Tribunale dei minorenni, Tribunale di Sorveglianza, Corte dei Conti, Avvocatura dello Stato, Tribunali Amministrativi Regionali (TAR) e Consiglio di Stato.
I suoi strumenti di lavoro sono i vari codici di diritto, le banche dati di giurisprudenza, dottrina e legislazione, gli archivi normativi, quasi sempre consultabili in via telematica. Il suo trattamento economico è basato su passaggi di grado ancorati all’anzianità di servizio e alla categoria di appartenenza: la retribuzione minima di 43.000 euro lordi annui è quella dell’Uditore giudiziario, mentre la massima di 175.000 euro spetta al Magistrato Militare di Cassazione.