Lo sviluppo sempre più frequente di domande di nuovi finanziamenti, hanno contribuito a far crescere l’esigenza di una standardizzazione anche in questo specifico settore. Per adempiere alle formalità burocratiche richieste per norma dagli enti o banche finanziatrici, ciò che non manca mai è il modulo idoneo a dimostrare la sussistenza di un reddito costante nel tempo. Busta paga, contratto di lavoro dipendente a tempo determinato o indeterminato, oppure il CUD qualora si tratti di un lavoratore autonomo, rappresentano i documenti che debbono necessariamente essere allegati a qualsiasi domanda di finanziamento.
La sussistenza di un reddito costante nel tempo, consente infatti all’ente finanziatore di classificare il cliente come potenzialmente adempiente alle obbligazioni contratte, per cui diviene così possibile applicare tassi o condizioni vantaggiose.
Detto ciò, come da prassi, l’esistenza di un regolare contratto di lavoro dipendente solleva il richiedente da qualsiasi tipo di problematica in tal senso. Diverso è invece il caso per i prestiti senza reddito dimostrabile.
Infatti, non avendo alcuna garanzia circa la fonte di reddito, molti istituti finanziari negano l’accesso al credito oppure tendono a richiedere garanzie aggiuntive. Non potendo dimostrare la sussistenza di un reddito, infatti, il soggetto non può far ricorso alla classica figura della cessione del quinto dello stipendio, che rappresenta attualmente più della metà delle tipologie di prestiti concessi ad un anno.
L’assenza di un contratto di lavoro, o del Cud in caso di lavoratori autonomi, sul quale l’istituto finanziario può eventualmente rifarsi in caso di inadempienza o ritardi nel pagamento delle rate, costringe il cliente a cercare un cuscinetto di salvataggio, vagliando ogni possibilità per poter accendere un prestito senza reddito.
In particolare oltre alla presentazione di un garante, i prestiti senza reddito sono solitamente connessi all’esistenza di un bene immobile di proprietà. Infatti, sono molti gli istituti di credito che prendono in considerazione l’affitto percepito come un’entrata continuativa e sufficiente come garanzia sottostante il prestito concesso.
Ovviamente resta inteso che l’importo dovrà essere modesto ma, soprattutto, proporzionato all’affitto percepito.
Un’alternativa è rappresentata dai prestiti cambializzati, che sono però piuttosto rari ormai. Per dettagli è possibile vedere questa guida sui prestiti cambializzati, bisogna comunque sapere che in questo caso il rimborso avviene tramite cambiali che, essendo un titolo esecutivo, permettono alla banca di agire velocemente nei confronti del debitore in caso di mancato pagamento delle rate.