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Lettera di diffida per utilizzo marchio registrato – Esempio e modello

Una lettera di diffida per utilizzo di marchio registrato è un documento inviato da un esperto o da un avvocato a un individuo o a un’azienda che sta utilizzando un marchio registrato senza l’autorizzazione del titolare del marchio.

Un marchio registrato è un simbolo, un logo, uno slogan o qualsiasi altra forma distintiva utilizzata per identificare un prodotto o un servizio. Il titolare del marchio ha il diritto esclusivo di utilizzare e sfruttare il marchio per scopi commerciali, e può impedire ad altri di utilizzarlo senza la sua autorizzazione. È importante notare che una lettera di diffida per utilizzo di marchio registrato è un primo passo per risolvere la questione in via amichevole, prima di intraprendere azioni legali. Tuttavia, se la parte che riceve la lettera non rispetta la richiesta o non risponde adeguatamente, il titolare del marchio può decidere di intraprendere azioni legali per proteggere i suoi diritti sul marchio registrato.

Indice

  • 1 Come scrivere una Lettera di diffida per utilizzo marchio registrato
  • 2 Fac simile lettera di diffida per utilizzo marchio registrato Word
  • 3 Esempio di Lettera di diffida per utilizzo marchio registrato
  • 4 Modello Lettera di diffida per utilizzo marchio registrato
  • 5 Conclusioni

Come scrivere una Lettera di diffida per utilizzo marchio registrato

Una diffida per utilizzo di marchio registrato è, di regola, il primo strumento che il titolare adopera per far valere il suo diritto di esclusiva senza dover ricorrere subito al tribunale. L’obiettivo è interrompere l’illecito e, al contempo, creare un documento che potrà valere come prova di “messa in mora” qualora si renda necessario chiedere un provvedimento d’urgenza o il risarcimento del danno.

Il fondamento giuridico di ogni diffida risiede nell’articolo 20 del Codice della proprietà industriale: la registrazione attribuisce al titolare la facoltà di fare uso esclusivo del marchio e di vietarne qualunque impiego non autorizzato quando ricorrono identità o somiglianza tra segni, prodotti o servizi, persino in assenza di rischio di confusione qualora il marchio goda di rinomanza. La medesima condotta integra, sul piano concorrenziale, un fatto illecito ai sensi dell’articolo 2598 del codice civile, cosicché la lettera assume anche la funzione di prevenire o interrompere atti di concorrenza sleale. Dal 23 agosto 2023 la riforma introdotta con la legge 102/2023 ha rafforzato le misure di tutela, prevedendo procedure più snelle e digitalizzate per la prova della violazione e per la successiva richiesta di inibitoria.

Prima di spedire la diffida è opportuno verificare la validità formale del titolo (decorrenza decennale, rinnovi tempestivi, eventuali licenze), l’esatta corrispondenza tra classi Nizza coperte e settori in cui l’infrazione si manifesta, l’attualità dell’uso del marchio da parte del titolare e l’esistenza di eventuali tolleranze prolungate che potrebbero sfociare in convalida giudiziale. Servono inoltre prove puntuali: schermate dei siti, copie di cataloghi, acquisti‑test o perizie sulle confezioni. Senza un simile dossier la diffida rischia di trasformarsi in un boomerang, perché l’autore dell’illecito potrebbe reagire con un’azione di accertamento negativo depositata per primo presso la sezione specializzata competente.

La redazione della lettera segue uno schema consolidato nel foro italiano. Nel corpo iniziale si chiariscono titolarità e dati di registrazione, poi si descrivono i fatti costitutivi dell’abuso indicando dove, da quando e in che modo il segno contestato è comparso. Subito dopo si richiamano le disposizioni violate, in primis gli articoli 20 CPI e 2598 c.c., e si richiama l’orientamento giurisprudenziale in tema di cumulabilità tra contraffazione e concorrenza sleale, che la prassi forense considera pacifico. L’ultima parte contiene le richieste: cessazione immediata, ritiro dal mercato dei materiali già diffusi, distruzione o riconfezionamento degli stock, invio di dichiarazione di ottemperanza e risarcimento o quantomeno riserva di quantificazione dei danni. È prassi fissare un termine breve – di solito fra sette e dieci giorni – poiché la tempestività è elemento decisivo se in seguito si dovrà chiedere al giudice un provvedimento cautelare ex articolo 131 CPI. Sottolineare che il mancato riscontro comporterà l’immediata adozione di misure giudiziali aumenta l’efficacia persuasiva.
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La forma non impone un particolare supporto, ma la lettera va trasmessa mediante un mezzo che assicuri prova certa di consegna: PEC, raccomandata A/R o corriere con avviso di ricevimento. In ambito transnazionale, quando la violazione concerne un marchio dell’Unione europea (EUTM), conviene spedire anche in lingua comprensibile al destinatario e ricordare che la competenza giudiziaria si concentra in un numero limitato di tribunali UE. Per infrazioni esclusivamente on‑line, la diffida può essere integrata da notifiche alle piattaforme ai sensi del Digital Services Act, che dal 2024 impone procedure di “notice‑and‑action” più rapide per rimuovere contenuti illegali.

Dopo l’invio, se il destinatario non si adegua o risponde contestando la validità del marchio, il titolare deve decidere se proporre un ricorso cautelare o un’azione di merito; i tribunali specializzati possono emettere inibitorie e ordini di sequestro anche inaudita altera parte quando esiste periculum in mora. Gli strumenti extragiudiziali restano comunque utili: l’intervento doganale, già previsto dal regolamento (UE) 608/2013, consente di bloccare merci sospette, mentre la sorveglianza affidata a provider di marketplace digitali riduce la diffusione dei prodotti contraffatti.

In sintesi, la diffida è un passaggio tecnico‑strategico che richiede rigore probatorio, formulazione giuridica puntuale e consapevolezza dei possibili contropassi procedurali. Affidare la redazione a un professionista specializzato in proprietà industriale e conservare ogni comunicazione scambiata con il presunto infrattore sono due precauzioni essenziali per arrivare pronti, se necessario, alla fase contenziosa e valorizzare pienamente i diritti di esclusiva conferiti dalla registrazione.

Fac simile lettera di diffida per utilizzo marchio registrato Word

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Fac simile lettera di diffida per utilizzo marchio registrato Word
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Esempio di Lettera di diffida per utilizzo marchio registrato

Oggetto: Diffida a cessare l’uso non autorizzato del marchio “[MARCHIO]”

Gentile [Titolo/Cognome],

Siamo titolari del marchio registrato [MARCHIO] (reg. n. [], classi []), attivo dal [data deposito].
Negli ultimi mesi abbiamo riscontrato che i Vostri prodotti/servizi “[nominarli]” vengono promossi con il segno “[SEGNO INFRANGENTE]”, che riproduce tale marchio in modo idoneo a generare confusione nei consumatori.

Ciò non è stato da noi autorizzato e viola i relativi diritti di proprietà industriale.

Quanto vi chiediamo
Stop immediato all’utilizzo del segno su prodotti, packaging, siti, social, fiere, inserzioni.

Esaurimento o distruzione degli stock recanti il segno entro 10 giorni.

Comunicazione scritta dell’avvenuta ottemperanza (e‑mail a legale@marchio.com), corredata di foto o report.

Se non avremo conferma entro il termine indicato, saremo costretti a procedere in via giudiziaria per tutelare il marchio e chiedere il ristoro integrale dei danni subiti.

Con l’auspicio di evitare contenziosi Vi invitiamo a un rapido adeguamento e restiamo disponibili a chiarimenti.

Cordiali saluti.

[Firma del Rappresentante Legale]
[Nome Cognome] – CEO
[Titolare marchio] S.p.A.

Modello Lettera di diffida per utilizzo marchio registrato

Oggetto: Diffida immediata a cessare l’uso del marchio registrato “[MARCHIO]” – Artt. 20 ss. Codice della Proprietà Industriale (d.lgs. 30/2005) e art. 2598 c.c.

Egregi Signori,

lo Studio scrivente assiste [Titolare marchio], titolare del marchio registrato n. [NR. REGISTRAZIONE] depositato in data [___] e vigente per le classi di Nizza [].

A seguito di monitoraggio di mercato, il nostro Cliente ha rilevato che Voi state utilizzando, nei vostri canali commerciali (sito web www.[___].com, profili social, cataloghi cartacei, etichette di prodotto, ecc.), il segno “[SEGNO CONTESTATO]” identico o comunque confondibile con il marchio del nostro Assistito, in violazione dei diritti di esclusiva conferiti dalla registrazione.

Tale condotta integra:

contraffazione di marchio ai sensi dell’art. 20 CPI;

concorrenza sleale ex art. 2598 n. 1‑2 c.c., stante lo sviamento di clientela e l’indebito vantaggio competitivo.

Vi intimiamo pertanto
a) di cessare immediatamente ogni uso, diretto o indiretto, del segno in contestazione;
b) di ritirare dal commercio tutti i prodotti e/o materiali promozionali recanti il segno, entro e non oltre 7 (sette) giorni dal ricevimento della presente;
c) di fornirci, entro il medesimo termine, dichiarazione scritta con la quale attestiate l’avvenuta cessazione, corredata da idonea documentazione probatoria (p.es. foto scaffali, schermate sito, fatture resi).

In difetto, il nostro Cliente darà corso, senza ulteriore avviso, alle opportune azioni civili e penali – ivi compresa richiesta di sequestro, inibitoria ex art. 131 CPI e risarcimento del danno, con aggravio di spese legali a vostro carico.

Restiamo in attesa di un sollecito riscontro e porgiamo distinti saluti.

Avv. [Nome Cognome]
Per conto di [Titolare marchio]

Conclusioni

In conclusione, la guida su come scrivere una lettera di diffida per l’utilizzo di un marchio registrato è uno strumento essenziale per proteggere i diritti di proprietà intellettuale. Attraverso una serie di passaggi ben definiti, questa guida fornisce una struttura chiara e concisa per redigere una lettera di diffida efficace.

È importante ricordare che la corretta registrazione del marchio presso l’ufficio competente è fondamentale per garantire la validità di tale richiesta. Inoltre, è fondamentale condurre una ricerca approfondita per identificare eventuali violazioni del marchio registrato prima di inviare la lettera di diffida.

La guida sottolinea l’importanza di includere informazioni dettagliate sul marchio registrato, evidenziando la sua distintività e il suo valore commerciale. È altresì consigliato fornire prove di utilizzo del marchio registrato e descrivere in modo chiaro e specifico i fatti che costituiscono la violazione.

Infine, la lettera di diffida deve essere redatta in maniera professionale e rispettosa, invitando il destinatario a cessare immediatamente l’utilizzo non autorizzato del marchio registrato e ad adottare le misure necessarie per evitare future violazioni.

Seguendo questa guida, si avrà la certezza di avere uno strumento efficace per far valere i propri diritti di proprietà intellettuale e proteggere l’integrità e l’identità del proprio marchio registrato.

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