Un articolo, uscito recentemente su un settimanale finanziario, analizza le movimentazioni dell’insieme dei fondi comuni italiani e si conclude così: “i risultati di questa analisi portano a due conclusioni. Se i fondisti hanno deciso in piena autonomia la vendita dei fondi in portafoglio per acquistarne altri, devono necessariamente fare ammenda …
Se, al contrario, il tutto è frutto dei consigli della banca o del promotore finanziario (o, aggiungerei io, visto il recente riconoscimento della figura, del consulente indipendente) scatta una ragione in più per chiedere quantomeno spiegazioni ed, eventualmente, decidere di rivolgersi ad altri intermediari.”
L’analisi, come facilmente si capisce da queste parole, dimostra che, nel suo complesso, la movimentazione del portafoglio fondi spesso porta più svantaggi che vantaggi.
Ma, come verificare se la movimentazione del fondo o del portafoglio fondi o, più in generale, di una qualsiasi gestione ha creato o meno dei rendimenti superiori rispetto al mantenimento della stessa posizione nell’arco di tutto il periodo considerato?
Tale calcolo può sembrare cosa abbastanza semplice, ma così non è. Infatti, non sono sufficienti solamente i dati del portafoglio di inizio e fine periodo, né tutti i dati della sua movimentazione, ma è necessario considerare anche elementi estranei alla matematica finanziaria quali gli obiettivi della consulenza. Se questi obiettivi non venissero considerati potremmo avere risultati non corretti.
Vediamo come sia possibile con il solito esempio.
Supponiamo di aver acquistato il 30/12/2005 3.000 quote di un prodotto azionario che replica fedelmente l’indice della Borsa Italiana S&P/Mib, di avere liquidato il 50% dell’investimento a maggio 2006 prevedendo ulteriori ribassi del mercato azionario e, di nuovo fiduciosi nel mercato borsistico, di avere reinvestito in agosto la stessa somma liquidata in precedenza. Nel periodo tra maggio e agosto la somma non investita è rimasta nel c/c a tasso zero. Nell’ipotesi che non vi sia alcun costo nella compravendita dei titoli la movimentazione del portafoglio è riassunta nella tabella seguente:
Il saldo finale, al momento della valutazione, è di 122.841,92 Euro.
Per verificare se la consulenza, che ha portato alla movimentazione del portafoglio, è stata proficua è necessario confrontare il rendimento della gestione con quello effettivamente ottenuto.
Il risultato della gestione, indipendente dal timing delle scelte di movimentazione del portafoglio, può essere misurato tramite il Twrr (Time weighted rate of return), che, senza farci spaventare dai termini inglesi e dall’acronimo, è facilmente calcolabile, nel caso di prodotti quotati, come differenza percentuale tra il valore della quota a fine ed inizio del periodo di valutazione. Nel nostro caso avremo:
Twrr = ((Valore finale della quota – valore iniziale della quota) / valore iniziale della quota * 100) =
((41,563 – 35,704) / 35,704) * 100) = 16,411%
Un po’ più complesso è il calcolo del risultato della movimentazione del portafoglio e, quindi, della consulenza, propria o altrui che sia.
Per misurare la performance in funzione del timing nelle scelte d’investimento/disinvestimento generalmente si usa il Mwrr (Money weighted rate of return) la cui formula è la seguente:
Mwrr = (Ct –C0 – ∑Ft) / CM
dove:
Ct = controvalore del portafoglio alla fine del periodo di valutazione t
C0 = controvalore del portafoglio all’inizio del periodo di valutazione 0
∑Ft = somma di tutti i flussi di denaro compresi tra l’inizio e la fine del periodo di valutazione
CM = controvalore medio investito durante il periodo di valutazione
Per calcolare il Mwrr si adopera la metodologia dei numeri, usata comunemente per calcolare gli interessi nel c/c, per cui dovremo costruirci la tabella seguente:
Patrimonio medio = totale numeri / totale giorni = 33.888.215 / 364 = 93.099,49
dove i numeri non sono altro che il prodotto del Saldo per il numero di giorni di durata di quel saldo.
Avremo così:
Mwrr = (Ct –C0 – ∑Ft) / CM = (122.841,92 – 0 – 107.112,00)/93.099,49 = 16,896%
Confrontando Mwrr con Twrr abbiamo Mwrr > Twrr per cui sembra che la consulenza abbia aggiunto valore al semplice mantenimento, per tutto il periodo considerato, della posizione iniziale del fondo.
Se però confrontiamo il saldo finale (pari a 122.841,92 Euro) ottenuto con la movimentazione con quello che si sarebbe ottenuto mantenendo inalterato il portafoglio per tutto il periodo di valutazione, e cioè 124.689,90 Euro (tale valore si ottiene moltiplicando il numero di quote iniziali (3000) per il valore finale della quota (41,563)), ci troviamo in presenza, almeno apparentemente, di un paradosso. Infatti, il trading, rispetto al portafoglio non movimentato, ha prodotto un risultato percentuale superiore ma un saldo finale inferiore.
Come si può spiegare questo strano risultato?
La risposta è abbastanza semplice: la movimentazione del portafoglio, così come è stata considerata, ha diminuito per un certo periodo di tempo (dal 18/05/2006 al 01/09/2006) il capitale investito abbattendo, di conseguenza, il valore del patrimonio medio che sta a denominatore della formula per il calcolo del Mwrr. Il ribasso del valore a denominatore è più che proporzionale rispetto a quello che si ha a numeratore e, perciò, il valore del Mwrr nel caso di trading risulta più elevato di quello senza movimentazioni.
E’ sbagliato, quindi, calcolare il risultato della consulenza in questa maniera?
Sì e no, dipende appunto dagli obiettivi della consulenza.
Se obiettivo della consulenza è quello di limitare le perdite, anche a scapito di rendimenti inferiori di quelli del mercato di riferimento, allora calcolare la performance tramite il Mwrr è corretto e si può dire che il consulente abbia svolto bene il suo compito. Se invece la delega al consulente è totale, per cui l’obiettivo è quello di massimizzare i rendimenti senza altri vincoli, allora il calcolo del risultato ottenuto dovrebbe considerare solo la variazione percentuale del patrimonio investito e, quindi, il rendimento R sarà così calcolato:
R = (Controvalore finale – Controvalore investito)/ Controvalore investito * 100 =
= (122.841,92 – 107.112,00)/ 107.112,00 * 100 = 14,685%
Conseguentemente potremo dire che l’intervento della consulenza ci ha portato una perdita pari a:
Twrr – R = 16,411% – 14,685% = 1,725%
Che conclusioni trarre da questo esempio?
Prima di tutto direi che dovremmo imparare a non fidarci mai completamente dei risultati che ci vengono evidenziati: anche se formalmente corretti potrebbero privilegiare aspetti dell’investimento a noi non graditi; in secondo luogo, per verificare la bontà o meno di un risultato, non dimentichiamoci quali erano le nostre esigenze di partenza. Solo tenendo presente quali erano i nostri obiettivi iniziali potremo dare una corretta valutazione dell’assistenza avuta.