Una categoria di beni rifugio a cui i risparmiatori possono destinare una parte del proprio capitale è quella dei diamanti, che nei decenni scorsi hanno già regalato parecchie soddisfazioni agli investitori. Negli ultimi 18 anni, infatti, il prezzo medio dei diamanti è cresciuto di oltre il 170%. Chi, per esempio, avesse acquistato un brillante nel 1993 per 10.000 euro, oggi si ritroverebbe in mano un valore quasi triplicato di 27.000 euro.
Ricordiamo che questo tipo di investimento non è riservato soltanto a chi dispone di un capitale consistente, ma i diamanti possono essere acquistati anche con cifre non troppo elevate, che vanno da 5.000 fino a 70.000 euro.
Per comprare i diamanti, basta rivolgersi ad uno dei tanti istituti di credito che offrono ai propri clienti un servizio di consulenza e di intermediazione per l’acquisto di gioielli e pietre preziose (si chiama jewellery consultancy). Le banche e le istituzioni finanziarie svolgono in genere questa attività con l’aiuto di alcuni esperti orafi che conoscono bene il mercato e che si occupano direttamente dell’acquisto dei diamanti.
In pratica il cliente si rivolge alla banca e ordina i diamanti, che poi arrivano direttamente allo sportello accompagnati di solito da una polizza assicurativa contro eventuali furti o rapine. L’investitore, quindi, può decidere se ritirare i diamanti e custodirli per conto proprio, oppure depositarli in banca in una cassetta di sicurezza.
Nell’arco di qualche anno i diamanti hanno buone possibilità di acquistare valore. Inoltre, ricordiamo che i guadagni ottenuti (dati dalla differenza tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto) sono completamente esenti da tasse.
Ci sono, però, le solite avvertenze da tenere in considerazione. Chi investe in diamanti deve aspettarsi buoni guadagni soltanto nel medio e nel lungo termine, dai cinque anni in sù. I diamanti, infatti, non sono facilmente vendibili in due giorni. Inoltre, anche se i guadagni sono esenti da tasse, sono però penalizzati dalle commissioni applicate dalle banche e dagli intermediari che negoziano i diamanti, i quali trattengono sempre una percentuale sul prezzo di vendita fino ad un massimo del 10%.
Per ottenere un guadagno netto consistente, dunque, gli investitori devono aspettare che i diamanti si siano rivalutati almeno del 20 o del 30%.