In periodo di crisi economica, quando il potere d’acquisto raggiunge i minimi storici, ci si deve organizzare anche per affrontare la spesa, il gesto più comune nella società del consumo. I gruppi d’acquisto solidale nascono proprio dalla necessità di portare i principi di equità e solidarietà in una società dominata dal consumismo, ma al di là dell’approccio critico si trasformano spesso in un modo per ottenere un risparmio effettivo nell’acquisto dei beni di prima necessità. Vediamo allora come funzionano i cosiddetti GAS, e come si fa a partecipare.
Risulta essere bene specificare che i gruppi d’acquisto solidale non hanno una struttura definita, e anzi questo termine comprende al suo interno realtà molto diverse, che possono andare dalle associazioni riconosciute a quelle informali e non riconosciute (nate quindi dall’incontro tra diversi consumatori, spesso accomunati dalla vicinanza geografica o addirittura appartenenti allo stesso condominio o quartiere), passando anche per le cooperative di settore, le cosiddette botteghe del mondo. Quando si parla di acquisto solidale, quindi, non si intende mai un ente specifico, ma piuttosto un approccio, un modo diverso di fare la spesa.
Cosa diversifica questo approccio dai tanti altri gruppi d’acquisto più o meno formali? Lo dice il termine stesso, ovvero l’accento posto sulla solidarietà, quindi sugli aspetti morali del consumo. Consumo che diventa quindi anche un momento di riflessione e condivisione di esperienze, in modo da poter trarre dall’atto di acquisto il maggior beneficio per tutti i partecipanti, con un occhio di riguardo per i meno fortunati. Insomma, quel che li distingue dal gruppo d’acquisto tout-court, è la connotazione etica che si aggiunge alla natura di strumento di risparmio.
La connotazione etica non si esplicita solo nel richiamo all’importanza delle relazioni sociali ed umane ma anche nell’importanza del legame con l’ambiente circostante e della cura e rispetto delle tradizioni agricole e gastronomiche. Valorizzare il territorio diventa quindi la parola d’ordine nel processo di acquisto dei prodotti. I GAS stabiliscono di regola criteri molto rigidi per quanto riguarda la scelta dei fornitori, dando grande importanza alla qualità del prodotto, alla dignità del lavoro, al rispetto dell’ambiente e alla valorizzazione dei prodotti locali.
Dal produttore al consumatore è la frase che meglio aiuta a capire come agiscono questi gruppi di consumatori organizzati. La spesa si rivolge soprattutto agli alimenti da agricoltura biologica o ai piccoli agricoltori, il che non solo aiuta i produttori più svantaggiati ma consente un notevole risparmio, saltando quella parte della filiera che di solito fa lievitare i prezzi nella grande distribuzione: trasporto, distribuzione, imballaggio e pubblicità. Una spesa a chilometro zero che non solo consente un risparmio reale, ma permette anche un maggiore controllo sulla qualità e la provenienza dei prodotti che finiscono in tavola.
I gruppi d’acquisto solidale spesso fanno capo ad una sorta di “regolamento morale” condiviso, che fa capo a principi specifici come i seguenti: 1) sviluppare e mettere in pratica il consumo critico; 2) sviluppare e creare solidarietà e consapevolezza nell’atto di acquisto; 3) porre l’accento sulla socializzazione e la conoscenza reciproca; 4) sfruttare l’unione per risparmiare e far valere i propri diritti di consumatori. In una società che spesso aliena e divide, i GAS realizzano il sogno di una vita più equa e comunitaria, aiutando anche le fasce disagiate ad uscire dal loro isolamento partecipando attivamente in quanto cittadini consapevoli.