Una lettera di diffida per mancato pagamento dello stipendio è un documento formale inviato a un datore di lavoro che non ha provveduto a pagare il salario di un dipendente. Questo tipo di lettera viene solitamente utilizzato come primo passo per richiedere il pagamento degli arretrati salariali e mettere il datore di lavoro a conoscenza della situazione legale in cui potrebbe trovarsi se non adempie ai propri obblighi contrattuali.
Nella lettera di diffida, si comunica al datore di lavoro che il dipendente non ha ricevuto il suo stipendio secondo quanto stabilito dal contratto di lavoro o dalle normative vigenti. Viene specificato il periodo di tempo per cui non è stato effettuato il pagamento, inclusi gli importi esatti che devono ancora essere corrisposti. La lettera di diffida spiega anche che, qualora il datore di lavoro non provveda al pagamento entro un determinato termine, il dipendente potrebbe intraprendere azioni legali per ottenere il pagamento dei salari dovuti. Vengono citate le possibili conseguenze legali, quali ad esempio il ricorso a un’azione in tribunale o la segnalazione del mancato pagamento alle autorità competenti.
Indice
Come scrivere una Lettera di diffida per mancato pagamento stipendio
La lettera di diffida per stipendio insoluto si muove all’incrocio fra le regole costituzionali che proteggono la retribuzione, gli obblighi civilistici di corretto adempimento e l’apparato processuale speciale che il legislatore riserva ai crediti di lavoro. La sua prima funzione è quella di costituire formalmente in mora il datore ai sensi dell’articolo 1219 del Codice civile, fissando il momento da cui decorrono, in automatico, la rivalutazione monetaria e gli interessi che l’articolo 429, terzo comma, c.p.c. impone al giudice di liquidare quando accoglie una domanda salariale; la giurisprudenza ha chiarito che tale cumulo rappresenta una tecnica risarcitoria che non richiede la prova di un danno ulteriore.
Redigere una diffida significa anche interrompere la prescrizione quinquennale prevista per i crediti di lavoro e cristallizzare il periodo di morosità nel caso in cui il datore, in un secondo momento, tenti di eccepire decadenze o accordi taciti; la Corte di cassazione, in più pronunce del 2024, ha ribadito che la diffida scritta è idonea a far ripartire ex novo il termine di prescrizione purché risulti ricevuta dal destinatario. Proprio per questo l’atto va spedito tramite PEC o raccomandata con avviso di ricevimento, recando la precisa indicazione dei mesi non pagati, dell’importo al lordo e al netto delle ritenute, dell’inquadramento contrattuale e del CCNL applicato, nonché il termine essenziale entro cui adempiere e l’avvertimento che, in difetto, si agirà giudizialmente.
Una volta spirato inutilmente il termine, il lavoratore dispone di una duplice via: la domanda monitoria davanti al Tribunale del lavoro, che grazie alla prova documentale del contratto e delle buste paga consente di ottenere un decreto ingiuntivo esecutivo in poche settimane; oppure la segnalazione all’Ispettorato territoriale del lavoro perché emetta la diffida accertativa prevista dall’articolo 12 del d.lgs. 124/2004, atto amministrativo che impone al datore di corrispondere le competenze entro trenta giorni e che, se disatteso, diventa titolo esecutivo contro cui l’azienda può opporsi solo dinanzi al giudice del lavoro . In entrambe le ipotesi gli accessori di legge – interessi e rivalutazione – continuano a maturare fino al saldo effettivo, e l’inerzia datoriale può integrare anche illecito contributivo, con rischio di sanzioni amministrative e penali per omesso versamento.
La diffida svolge infine un ruolo di salvaguardia della posizione del dipendente nel caso in cui la morosità sia parte di una crisi aziendale: depositando l’atto, il lavoratore documenta la propria buona fede, può chiedere la risoluzione del rapporto per giusta causa e, in caso di procedura concorsuale, beneficia del privilegio sui crediti di natura retributiva. In sintesi, la lettera di diffida non è un semplice sollecito, ma lo strumento che attiva gli automatismi di legge sugli accessori, interrompe la prescrizione e apre la strada ai rimedi ispettivi e giudiziali più rapidi, trasformando un ritardo salariale in un’obbligazione coattivamente esigibile.
Fac simile lettera di diffida per mancato pagamento stipendio
Esempio di Lettera di diffida per mancato pagamento stipendio
Oggetto: Diffida a corrispondere retribuzioni arretrate
Spett.le [Denominazione dell’azienda]
Io sottoscritto/a [Nome Cognome], nato/a a [luogo] il [dd/mm/aaaa], residente in [indirizzo], codice fiscale [●], assunto/a con contratto di lavoro subordinato a tempo [indeterminato/determinato] in data [dd/mm/aaaa] e inquadrato/a al livello [●] del CCNL [●], segnalo che, nonostante le regolari prestazioni rese, non ho percepito le retribuzioni nette relative ai mesi di [●] per un importo complessivo di € [●] al netto delle ritenute.
Tale inadempimento viola l’articolo 2099 del Codice civile, l’articolo 36 della Costituzione e le previsioni del CCNL applicato, nonché l’articolo 3 del d.lgs. 66/2003 in materia di periodicità del pagamento. Con la presente diffido pertanto l’azienda a versare le somme dovute entro e non oltre otto (8) giorni dal ricevimento della presente, comprensive di interessi legali e rivalutazione monetaria ex articolo 429, comma 3, c.p.c.; in difetto mi riservo di adire l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, il Tribunale del Lavoro competente e di depositare ricorso per decreto ingiuntivo, con aggravio di spese.
La presente vale quale messa in mora ai sensi dell’articolo 1219 c.c. e interrompe la prescrizione quinquennale dei crediti retributivi.
In attesa di urgente riscontro, porgo distinti saluti.
[Luogo], [Data]
[Firma]
[Recapito telefonico / e‑mail]
Modello Lettera di diffida per mancato pagamento stipendio
Oggetto: Diffida e costituzione in mora per omesso pagamento delle competenze salariali
Spett.le [Denominazione dell’azienda]
c.a. Ufficio Risorse Umane – PEC [●]
Lo studio scrivente, in nome e per conto del sig./della sig.ra [Nome Cognome], giusta procura che si allega, Vi comunica quanto segue. Il Vostro dipendente non ha ricevuto le mensilità di [●] né il rateo di tredicesima/quattordicesima maturato per complessivi € [●]. A ciò si aggiungono gli accessori di legge (interessi nella misura legale di cui all’articolo 1284 c.c. e rivalutazione calcolata secondo gli indici ISTAT, ad oggi quantificati in € [●].
In forza dell’articolo 1454 c.c. Vi intimiamo a corrispondere l’intero importo entro quindici (15) giorni decorrenti dalla ricezione della presente, con bonifico sul conto IBAN [●]. In mancanza, senza ulteriore avviso, promuoveremo azione giudiziale davanti al Tribunale competente Sezione Lavoro per l’emissione del decreto ingiuntivo ex articolo 633 c.p.c., chiederemo la condanna ex articolo 96 c.p.c. per responsabilità aggravata e segnaleremo la Vostra condotta all’Ispettorato Nazionale del Lavoro per le violazioni in materia retributiva e contributiva.
La presente diffida costituisce messa in mora e interrompe ogni termine prescrizionale.
Distinti saluti.
[Luogo], [Data]
[Avv./Dott.] [Nome Cognome]
[Recapiti e codice fiscale / P. IVA]
Allegato: procura alle liti