Una lettera di diffida per esecuzione lavori è un documento inviato da un committente (la persona che ha commissionato i lavori) a un appaltatore o a un professionista, in cui si richiede l’adempimento degli obblighi contrattuali relativi alla realizzazione di un lavoro.
Questa lettera viene solitamente inviata quando l’appaltatore o il professionista non adempie ai propri obblighi contrattuali, ad esempio non rispetta i tempi di consegna, non esegue i lavori secondo le specifiche pattuite, non fornisce i materiali concordati o non rispetta gli standard di qualità richiesti.
La lettera di diffida per esecuzione lavori ha lo scopo di mettere formalmente in mora l’appaltatore o il professionista, cioè di richiamare la sua attenzione sull’inadempimento contrattuale e di dargli l’opportunità di adempiere entro un termine stabilito.
Nella lettera si dovrebbero specificare chiaramente i motivi dell’inadempimento, le clausole contrattuali che sono state violate e le conseguenze che si potrebbero verificare in caso di mancato adempimento entro il termine stabilito. Inoltre, è fondamentale indicare in modo preciso la data entro cui si richiede l’adempimento.
Indice
Come scrivere una Lettera di diffida per esecuzione lavori
La lettera di diffida per l’esecuzione di lavori ― che si tratti di una ristrutturazione edilizia, dell’installazione di impianti o di interventi di manutenzione ― ha la funzione di “mettere in mora” l’appaltatore, cioè di intimargli formalmente di adempiere al proprio obbligo entro un termine perentorio. Costituisce il passo precedente a qualunque azione giudiziaria e, se redatta correttamente, può spesso bastare a sbloccare una situazione di stallo senza passare dal tribunale.
Cornice giuridica di riferimento
La base normativa è l’articolo 1219 del Codice civile, che regola la costituzione in mora, letto in combinato disposto con l’articolo 1454 (diffida ad adempiere). Specifici del contratto d’appalto sono gli articoli 1655‑1677: l’articolo 1665 disciplina la verifica e l’accettazione dell’opera, l’articolo 1667 si occupa di vizi e difformità, mentre l’articolo 1672 prevede la facoltà del committente di far eseguire i lavori a spese dell’appaltatore inadempiente. Se il committente è un consumatore e l’appaltatore un professionista, si applicano inoltre gli articoli 33‑36 del Codice del Consumo: essi sanciscono la nullità delle clausole che limitano il risarcimento del ritardo o scaricano sul cliente oneri non dovuti.
Struttura della diffida
Una diffida funziona quando combina precisione tecnica e tono fermo, ma non ostile. Si apre con l’individuazione puntuale delle parti (dati anagrafici o ragione sociale, sede, recapiti) e del contratto: data, oggetto dell’appalto, importo, SAL versati, termine di consegna concordato. È opportuno richiamare eventuali modifiche pattuite in corso d’opera, ordini aggiuntivi o sospensioni concordate per iscritto, per neutralizzare la classica obiezione “i lavori si sono dilatati perché è cambiato il progetto”.
Segue la descrizione dell’inadempimento: mancato avvio dei lavori, sospensione oltre il termine consentito, ritardo nella consegna, presenza di difformità o vizi gravi. Precisa quando è stato contestato il problema (ad esempio tramite e‑mail o verbale di cantiere) per dimostrare che non si è tollerato il ritardo troppo a lungo, evitando di apparire acquiescenti.
Il cuore della lettera è l’intimazione: si chiede di completare le opere conformemente a capitolato, disegni e norme tecniche, oppure di eliminare vizi e difetti, entro un termine ragionevole ma tassativo, di solito 10‑15 giorni dalla ricezione. Nello stesso passaggio si avverte che, decorso inutilmente quel periodo, si procederà alla risoluzione del contratto con richiesta di restituzione delle somme anticipate, all’esecuzione in danno (cioè incaricando un terzo e addebitando la spesa all’appaltatore) o, nei casi più gravi, all’azione ex articolo 1669 per gravi difetti dell’opera. È cruciale menzionare sin d’ora il risarcimento dei danni subiti: costi di sistemazione temporanea, noleggio di ponteggi supplementari, perdita di valore dell’immobile o penali nei confronti di terzi.
Per conferire data certa al documento e prova dell’avvenuta ricezione, la diffida va inviata con raccomandata A/R o PEC; quest’ultima è valida ai sensi dell’articolo 47 del Codice dell’Amministrazione Digitale. In calce, oltre alla firma e alla data, conviene aggiungere “la presente costituisce messa in mora ai sensi degli artt. 1219 e 1454 c.c.”.
Dopo l’invio
Conservare copia della diffida, della ricevuta di spedizione e dell’avviso di ricevimento (o delle ricevute PEC) è fondamentale: formeranno il fascicolo probatorio se si dovrà adire il tribunale o chiedere un decreto ingiuntivo. Nel frattempo è utile raccogliere fotografie, perizie tecniche o verbali di cantiere che attestino lo stato dei lavori alla data della diffida e quantifichino il danno, perché il giudice richiederà prova del pregiudizio lamentato.
Se l’appaltatore non reagisce o risponde con giustificazioni inidonee, il committente potrà:
-
dichiarare la risoluzione del contratto ex articolo 1454, pretendendo la restituzione degli anticipi;
-
far completare le opere a ditte terze addebitando la differenza di costo al vecchio appaltatore (articolo 1672 c.c.);
-
agire per il risarcimento dei danni, eventualmente in via monitoria se il credito è certo, liquido ed esigibile;
-
promuovere, nei casi di vizi gravi che compromettono la stabilità o la sicurezza, l’azione decennale ex articolo 1669 c.c.
Perché la diffida è decisiva
Spesso l’appaltatore sottovaluta un semplice sollecito verbale; una diffida formale, dotata di basi normative e di un termine perentorio, riequilibra il rapporto di forza e anticipa le mosse giudiziarie. In molti casi è sufficiente per far riprendere il cantiere o ottenere un accordo transattivo. Se, invece, il conflitto sfocia in giudizio, la diffida rappresenta la chiave di volta: dimostra che il committente ha rispettato l’obbligo di preventiva costituzione in mora, avverte l’altra parte delle conseguenze giuridiche e interrompe la prescrizione di eventuali diritti al risarcimento.
In conclusione, una lettera di diffida ben strutturata per l’esecuzione dei lavori unisce rigore giuridico, chiarezza tecnica e strategia: documenta l’inadempimento, fissa un termine certo, prefigura le azioni successive e, soprattutto, mette l’appaltatore di fronte alle proprie responsabilità, spesso inducendolo a portare a termine l’opera senza ulteriori ritardi
Fac simile Lettera di diffida per esecuzione lavori Word
Esempio di Lettera di diffida per esecuzione lavori
Oggetto: diffida e costituzione in mora per mancata ultimazione dei lavori di ristrutturazione – contratto d’appalto del [●]
Il/La sottoscritto/a [Nome Cognome], nato/a a [●] il [●], residente in [●], codice fiscale [●], premesso
– che in data [●] ha sottoscritto con la Vostra impresa il contratto d’appalto di cui all’oggetto, avente ad oggetto i lavori di ristrutturazione dell’immobile sito in [indirizzo], per l’importo complessivo di € [●] oltre IVA;
– che il cronoprogramma allegato al contratto fissava il termine di consegna al [●];
– che allo stato attuale i lavori risultano sospesi dal [●] senza giustificato motivo, con un avanzamento stimato al [●]% nonostante il pagamento dei SAL per un totale di € [●];
tanto premesso, Vi diffido formalmente, ai sensi degli articoli 1219 e 1454 del Codice civile, nonché degli articoli 1665, 1667 e 1672 c.c., a riprendere e completare integralmente le opere conformemente a capitolato, disegni esecutivi e norme tecniche entro e non oltre 15 (quindici) giorni dal ricevimento della presente.
Decorso inutilmente detto termine, mi vedrò costretto/a a:
-dichiarare la risoluzione del contratto per Vostra inadempienza;
-incaricare altra impresa di portare a termine i lavori a Vostro esclusivo carico (art. 1672 c.c.);
-agire per il risarcimento di tutti i danni subiti, ivi compresi costi di sistemazione temporanea, maggiori oneri di cantiere, perdita di valore dell’immobile e spese legali.
La presente costituisce messa in mora ai sensi dell’art. 1219 c.c. e interrompe ogni termine di prescrizione.
In attesa di immediato riscontro, porgo distinti saluti.
[Firma autografa o digitale]
[Nome Cognome]
[Telefono] – [e‑mail]
Modello Lettera di diffida per esecuzione lavori
Oggetto: diffida ex artt. 1219, 1454, 1667 e 1669 c.c. – Eliminazione vizi gravi e difformità opere [descrizione]
La scrivente [Condominio “_______”, C.F. [●]], in persona dell’Amministratore pro‑tempore [Nome Cognome], con sede in [indirizzo] – oppure [Ragione sociale, P. IVA [●]] – richiama il contratto d’appalto n. [●] stipulato in data [●] per la realizzazione di [opera/impianto/struttura] presso l’edificio sito in [indirizzo].
A seguito di verifica tecnica del [●] (relazione allegata), sono stati riscontrati gravi vizi strutturali e difformità consistenti, tra l’altro, in:
infiltrazioni d’acqua dai giunti di facciata;
distacchi dell’intonaco di protezione;
non conformità degli impianti elettrici alle norme CEI.
Tali carenze compromettono la sicurezza e la funzionalità dell’opera, integrando gli estremi dell’articolo 1669 del Codice civile.
Con la presente Vi diffidiamo:
a intervenire con urgenza per eliminare ogni vizio e difformità entro 10 (dieci) giorni dal ricevimento della presente PEC, fornendo contestualmente un nuovo cronoprogramma dei lavori correttivi;
a manlevare il Condominio/Società da qualunque pregiudizio economico e responsabilità verso terzi derivante dai vizi accertati.
Trascorso infruttuosamente il termine indicato, la scrivente farà eseguire gli interventi da ditta terza con rivalza integrale delle spese a Vostro carico e promuoverà azione giudiziaria per la condanna al risarcimento danni e all’esecuzione in danno, con ogni ulteriore conseguenza di legge.
La presente costituisce a tutti gli effetti messa in mora (art. 1219 c.c.) e diffida ad adempiere (art. 1454 c.c.).
Distinti saluti.
[Firma digitale]
[Nome Cognome]
Amministratore del Condominio “_______” – oppure Legale rappresentante di [Ragione sociale]
[Recapiti]