Investire direttamente nelle materie prime (o commodity) per un piccolo risparmiatore è complicato e rischioso. Risulta essere sconsigliabile scommettere direttamente con i future e, chiaramente, non è pratico comprare le merci, nemmeno nel caso dell’oro, che pure è disponibile in forma di lingotti (da tenere in casssaforte) e monete (più care e suscettibili alle mode del collezionismo).
Analizziamo gli strumenti finanziari disponibili per diversificare i propri investimenti nel mercato delle materie prime:
– Fondi comuni di investimento. E’ la strada più facile perchè ci affidiamo a gestori con competenze sicuramente superiori alle nostre nel campo delle materie prime, capaci di selezionare le società migliori del mercato (anche se non sempre ci riescono). Sul mercato italiano sono disponibili fondi comuni azionari specializzati nei settori dell’energia, dell’oro e di tutte le risorse naturali. I fondi comuni sono prodotti abbastanza semplici e liquidi, perchè in qualsiasi momento si può chiedere il rimborso delle quote e incassare i soldi in pochi giorni.
– ETF (Exchange Traded Fund). Sono fondi a gestione passiva che investono in un indice di Borsa e vengono quotati come fossero azioni. Nella Borsa italiana sono quotati Etf indicizzati ai settori petroliferi ed in generale alle commodity. Sono strumenti semplici e costano molto meno, come commissioni di gestione annue, dei fondi comuni. Anche gli Etf sono liquidi, perchè possono essere comprati e venduti in Borsa in qualsiasi momento.
– ETC (Exchange Traded Commodity). Come gli Etf sono quotati come azioni, ma rappresentativi di contratti future o del possesso diretto del bene fisico. Chi compra un Etc investe sulle materie prime, ma non si deve occupare dei future o gestire la consegna fisica del sottostante. Hanno comunque strutture complesse e inoltre presentano il rischio dell’emittente (fallimento). Ma, al contrario di un contratto future, l’eventuale perdita massima non supera l’investimento iniziale.
– Certiticati (o Certificates). Da qualche anno sono presenti sulla piazza italiana. Anche questi hanno strutture complesse, sono poco liquidi e poco trasparenti. Sono emessi di solito da una banca, la quale stabilisce i prezzi e li negozia, e ne garantisce il rimborso. Anche in questo caso è presente il rischio di fallimento dell’emittente.
– Azioni. Si può investire in titoli di società minerarie o agro-chimiche inserendoli in un portafoglio come diversificazione. Ma occorre rivolgersi in mercati come Londra, New York e Sydney. Nel caso del petrolio ci sono ottime azioni anche in Europa.
Ricordiamo che le quotazioni degli strumenti finanziari che riguardano le materie prime sono quasi tutte espresse in dollari. Per cui esiste un rischio di cambio (che può risultare anche positivo). Il fattore cambio ha un ruolo importante perchè le eventuali perdite ptrebbero essere notevoli.
Come orientarsi fra i diversi tipi di strumenti finanziari? Il consiglio migliore è quello di preferire i prodotti più semplici, più liquidi e meno cari. Per la semplicità e la liquidità è bene orientarsi versi i Fondi comuni e gli Etf. Si sa cosa c’è dentro i loro portafogli, cioè azioni di aziende quotate, e, in qualsiasi momento, si può chiedere il rimborso delle quote di un fondo e di un Etf in Borsa. I meno cari risultano essere gli Etf.