Una lettera di diffida per appropriazione indebita è un documento legale inviato da una parte lesa a colui che è sospettato o accusato di aver commesso un atto di appropriazione indebita. Questo documento serve a mettere formalmente in guardia la persona coinvolta riguardo alle conseguenze legali che potrebbe affrontare se non agisce in modo corretto e restituisce ciò che è stato indebitamente preso.
L’appropriazione indebita si verifica quando una persona si appropria in modo illegale di proprietà, beni, denaro o risorse di un’altra persona senza il suo consenso. Questo può avvenire in vari contesti, come nel caso di un dipendente che si appropria di denaro dell’azienda, un familiare che prende indebitamente soldi da un parente anziano o un individuo che ruba oggetti di valore da un’altra persona.
La lettera di diffida per appropriazione indebita ha lo scopo di fornire una notifica ufficiale alla persona coinvolta riguardo alle azioni illegali che ha commesso e alle conseguenze legali che potrebbe affrontare se non agisce di conseguenza. La lettera dovrebbe contenere una descrizione dettagliata degli eventi e delle prove che dimostrano l’appropriazione indebita, nonché una richiesta chiara di restituire i beni o le risorse sottratte entro un determinato termine.
Inoltre, la lettera di diffida per appropriazione indebita può anche avvertire la persona coinvolta che, in caso di mancata restituzione o mancato rispetto delle richieste, il querelante potrebbe intraprendere azioni legali per ottenere il risarcimento danni o persino denunciare l’accaduto alle autorità competenti.
Indice
Come scrivere una Lettera di diffida per appropriazione indebita
Una lettera di diffida per appropriazione indebita è uno strumento formale con cui il titolare del bene chiede al detentore di restituirlo o di versarne l’equivalente, mettendolo al contempo in mora e preannunciando l’eventuale azione penale e civile. Il riferimento normativo è l’articolo 646 del Codice penale, che incrimina l’appropriazione di denaro o di altra cosa mobile altrui da parte di chi la possiede a qualunque titolo; si tratta di un reato procedibile, di regola, a querela della persona offesa.
Dal 22 marzo 2024 la Corte costituzionale, con la sentenza n. 46, ha dichiarato illegittima la previsione di una pena minima di due anni introdotta nel 2019: la forbice edittale ora resta “fino a cinque anni”, con il minimo generale di quindici giorni previsto dall’art. 23 c.p. Ciò rende di nuovo essenziale dimostrare, nella diffida, la gravità concreta dei fatti per orientare l’autorità verso misure proporzionate.
Prima di redigere la diffida è opportuno ricostruire in modo circostanziato la vicenda: come e quando è avvenuta la consegna, qual era lo scopo pattuito, quali richieste di restituzione sono già state avanzate e con quale esito. Conservare ricevute, e‑mail, messaggi o estratti contabili permette di allegare prove chiare dell’inversione del possesso, requisito che distingue l’appropriazione indebita da furto o truffa.
Nel testo, dopo l’intestazione con i dati completi delle parti, si espone in un racconto lineare la genesi del possesso e l’evento che ne ha mutato la natura, citando espressamente l’art. 646 c.p. Si formula quindi la richiesta di restituzione, o di pagamento del valore contemporaneamente agli interessi e agli eventuali danni, indicando un termine perentorio—di solito dai sette ai quindici giorni—decorso il quale si annuncia la presentazione di querela presso la Procura competente e l’azione di risarcimento innanzi al tribunale civile. Il tenore deve restare fermo ma non ingiurioso, perché l’eccesso verbale può diventare diffamatorio o integrare minaccia.
La lettera guadagna efficacia probatoria se inviata con raccomandata A/R o PEC: entrambi i canali forniscono prova certa di spedizione e di ricezione. È utile conservare la busta con l’avviso di ricevimento o la ricevuta elettronica per documentare l’intimazione in eventuale giudizio penale (dove attesta la consapevolezza dell’obbligo di restituzione) e in sede civile (dove interrompe la prescrizione del diritto al risarcimento).
Qualora l’avente diritto opti per la querela, deve ricordare che il termine di tre mesi decorre dal momento in cui ha avuto piena conoscenza del fatto e dell’autore. Se il valore o le circostanze rendono la fattispecie aggravata—ad esempio perché il bene era in deposito necessario—il reato diventa procedibile d’ufficio, ma la diffida resta comunque un passaggio strategico, sia per la potenziale efficacia persuasiva sia per la funzione di atto interruttivo della prescrizione civile.
In chiusura conviene inserire la formula di messa in mora (“ai sensi degli artt. 1219 e 1224 c.c.”) e la riserva di esercitare “ogni più ampia azione a tutela dei miei diritti”, evitando però di prospettare pene accessorie non previste dalla legge. Dopo la firma, si possono allegare copie dei documenti probatori più significativi.
Sebbene la diffida possa essere redatta personalmente, l’assistenza di un avvocato garantisce che il racconto dei fatti sia giuridicamente mirato, che le pretese economiche siano quantificate in modo corretto e che non vengano commesse imprecisioni che potrebbero nuocere in sede processuale. Questa guida fornisce indicazioni generali e non sostituisce la consulenza legale personalizzata: ogni caso di appropriazione indebita ha sfumature proprie che meritano una valutazione professionale.
Fac simile lettera di diffida per appropriazione indebita Word
Esempio di Lettera di diffida per appropriazione indebita
Oggetto: restituzione del bene [descrizione] ex art. 646 c.p.
Gentile [Nome destinatario],
il [data], Le ho consegnato a titolo di [comodato/deposito/fiducia] il seguente bene: [descrizione dettagliata e valore stimato]. Secondo l’accordo intercorso, detto bene avrebbe dovuto essermi riconsegnato entro il [data] nella medesima condizione di integrità.
Nonostante i miei ripetuti solleciti verbali e scritti del [date dei solleciti], il bene non mi è stato restituito né mi è stato corrisposto il relativo controvalore. Con il presente scritto La metto pertanto in mora ai sensi degli artt. 1219 e 1224 c.c. e La diffido a restituire il bene indicato, o in alternativa a versarmi la somma di € [importo] oltre interessi legali maturati, entro e non oltre il termine perentorio di quindici giorni dal ricevimento della presente.
Decorso inutilmente detto termine, procederò senza ulteriore avviso a sporgere querela per appropriazione indebita ai sensi dell’art. 646 c.p. e ad agire in sede civile per il risarcimento di tutti i danni subiti, ivi compresi quelli da ritardo. Quanto sopra è ribadito nella prospettiva della pena edittale fino a cinque anni di reclusione, come interpretata dalla sentenza n. 46/2024 della Corte costituzionale.
Resto in attesa di sollecito riscontro.
Distinti saluti
[Firma autografa]
[Nome diffidante]
[Indirizzo]
[Codice fiscale]
Allegati: copia documentazione comprovante la consegna e i solleciti.
Modello Lettera di diffida per appropriazione indebita
Oggetto: intimazione alla restituzione di attrezzature e dati aziendali ex art. 646 c.p. – messa in mora
Spett.le [Nome destinatario],
a seguito della cessazione del rapporto di lavoro intercorsa il [data], Le era stato espressamente richiesto di restituire, entro il [data], il computer portatile aziendale (matricola [xxx]), il telefono cellulare (IMEI [xxx]) e gli archivi digitali contenenti dati riservati dell’azienda [Nome società].
Ad oggi tali beni non sono stati riconsegnati, nonostante il formale sollecito trasmessole via e‑mail il [data] e la diffida telefonica del [data]. Tale condotta integra gli estremi dell’appropriazione indebita prevista e punita dall’art. 646 c.p., con pena detentiva fino a cinque anni, come confermato dalla recente pronuncia della Corte costituzionale n. 46/2024.
La Società La invita pertanto a:
consegnare presso la sede di [indirizzo] i dispositivi sopra indicati completi di accessori;
confermare per iscritto l’avvenuta cancellazione di ogni copia dei dati aziendali dagli ulteriori supporti di cui avesse la disponibilità;
rimborsare eventuali costi di ripristino qualora il materiale risultasse danneggiato.
Il tutto dovrà avvenire entro sette giorni dalla ricezione della presente; in difetto, l’azienda depositerà immediata querela e intraprenderà azione giudiziaria a tutela del proprio patrimonio e del proprio know‑how. La presente vale quale costituzione in mora ai sensi degli artt. 1219 e 1224 c.c. e interrompe altresì la prescrizione del diritto al risarcimento dei danni.
Restiamo in attesa di un Suo sollecito riscontro e ci riserviamo ogni ulteriore iniziativa idonea a salvaguardare gli interessi aziendali.
Cordiali saluti
[Firma del legale rappresentante]
[Nome e qualifica]
[Nome Società] – P. IVA [xxx] – PEC [xxx]